La tecnologia di bonifica più adatta per un sito contaminato è quella che riduce le concentrazioni dei contaminanti entro gli obiettivi di bonifica, adottando delle soluzioni sostenibili ed efficaci sul lungo periodo. In quest’ottica, i trattamenti biologici sono una realtà molto promettente poiché risultano spesso efficaci laddove altre tecnologie non sono applicabili, riuscendo a coniugare sostenibilità economica, ambientale e accettabilità sociale.
Per essere una valida alternativa ai sistemi più tradizionali, questi tipi di interventi necessitano di un’adeguata progettazione al fine di ottimizzare le condizioni ambientali e promuovere l’attività di biodegradazione in tempi ragionevoli.
Sfruttiamo le capacità di degradazione dei funghi per fornire soluzioni competitive e su misura degli inquinamenti problematici del suolo.
Progettiamo e realizziamo il trattamento biologico in sito del terreno inquinato estratto.
Ci prendiamo cura delle attività di monitoraggio del suolo.
Poiché ogni progetto di bonifica del suolo ha una o più storie, eseguiamo test di laboratorio sul terreno per individuare e ottimizzare la migliore strategia di micorisanamento.
La prima fase è finalizzata a selezionare da una micoteca batteri e funghi (i ceppi) “con alta capacità di degradazione di inquinanti” tramite un processo di screening incentrato sulla capacità di degradazione. Singoli ceppi o consorzi microbici selezionati sono prodotti nei necessari volumi per verifiche sperimentali (microcosmi e mesocosmi) e /o per l’applicazione in campo.
La seconda fase è finalizzata alla stesura di un protocollo per la produzione di microorganismi su scala industriale (bioaugmentazione) necessaria alla bonifica sperimentale di ca 400 m3 di suolo Per rendere l’intero processo economicamente conveniente ed efficacie, è prevista anche l’ottimizzazione delle condizioni colturali ed un’analisi dei costi di produzione.
La terza fase è finalizzata al trattamento del sito target attraverso biopile, in primo luogo tramite l’applicazione di microorganismi bioaugmentati e quindi con la rivegetazione del suolo una volta riportato alle sue funzioni ecologiche originaria. La rivegetazione dell’area è svolta mediante la selezione di specie vegetali ecologicamente adattate.
L’efficacia del metodo e delle attività sono accompagnate da un’azione di monitoraggio chimico-analitico, microbiologico ed ecotossicologico della degradazione degli inquinanti. La sostenibilità del processo sarà inoltre garantita da una valutazione costante delle emissioni di gas serra e dell’impatto ambientale (Life Cycle Assessment).
E’ una tecnica di bonifica economica e a basso impatto ambientale che sfrutta la
capacità dei funghi di produrre enzimi ad attività ossidoreduttasica per degradare la lignina i quali però,
data la loro bassa specificità, possono metabolizzare anche altri substrati ad essa strutturalmente simili
(Pointing, 2001), come gli IPA (Akhtar & Mannan, 2020)
I funghi sono un gruppo eterogeneo di organismi e sono onnipresenti nell’ambiente.
Possono esistere e sopravvivere in quasi tutti gli habitat e svolgere un ruolo vitale in tutti gli ecosistemi. Al giorno d’oggi, il loro contributo si estende a vari scopi industriali.
È stato scoperto che essi producono enzimi che sono anche in grado di degradare le sostanze chimiche recalcitranti prodotte dall’uomo, come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), gli idrocarburi degli oli minerali pesanti (C10-C40) e altri xenobiotici tossici. Pertanto, questo processo di biorisanamento costituisce una soluzione interessante per ripristinare siti industriali e storicamente inquinati.
Quando le concentrazioni e le tipologie di contaminanti non possono essere affrontate efficacemente dalle classiche tecnologie biologiche, fisiche, chimiche e termiche.
Quando i costi di trasporto del terreno contaminato ai centri di trattamento diventano proibitivi.
Quando è necessario implementare un’iniziativa di riduzione del rischio su vecchi siti industriali e aree dismesse.
società di ingegneria ambientale
impianti per il trattamento/recupero di terreni inquinati da idrocarburi e metalli pesanti
industrie i cui rifiuti contengono metalli pesanti
raffinerie/depositi petroliferi/centrale termo elettriche in disuso
Per un’opzione di trattamento in loco competitiva per affrontare gli inquinanti del suolo più recalcitranti.
Per un migliore impatto ambientale: il processo consuma meno energia ed è meno dannoso per il suolo rispetto alle tecnologie di trattamento fisico-chimico e termico.
esperienza nella gestione dei processi di ricerca e crescita di micro funghi
profonda conoscenza del settore dei rifiuti industriali